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"L'importanza di essere Onesto"
di Oscar Wilde







La trama

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La trama:
Jack Worthing, uomo baldanzoso dagli sconosciuti natali, vive in campagna insieme a Cecily, una ragazza diciottenne su cui esercita la tutela, e con l'istitutrice di quest'ultima, Miss Prism.
Jack decide di recarsi a Londra e di frequentare i salotti cittadini presentandosi come Onesto: intende soprattutto visitare la casa dell'amico Algernon Moncrieff, allo scopo di incontrarne la cugina, la bella Gwendolen Fairfax, della quale è intenzionato a chiedere la mano.
La giovane accetta subito questa proposta di matrimonio, convinta anche del fatto che il suo pretendente si chiama Onesto, nome che su di lei esercita un particolare fascino.
Intanto Algernon viene a sapere che all'amico è stata affidata la giovane incantevole Cecily e, desiderando conoscerla, si reca in campagna: dopo aver scoperto l'indirizzo s'introduce nella casa, affermando di essere il fratello minore di Jack, e riesce a sedurre Cecily.
Nel frattempo arriva lo stesso Jack, il quale è ben presto raggiunto da Gwendolen, decisa a sposarsi nonostante l'opposizione della madre, Lady Bracknell, ostile al matrimonio poiché ha saputo che Jack è un trovatello anche se poi adottato da una famiglia benestante.
Cecily e Gwendolen così diventano amiche ma, confidandosi, scoprono che i rispettivi fidanzati hanno mentito sulla propria identità; tuttavia, dopo vari litigi tra i quattro innamorati, tutto pare appianarsi.
Di lì a poco, in cerca della figlia Gwendolen, giunge in campagna anche Lady Bracknell.
Essa viene così a conoscenza del fidanzamento del nipote Algernon con Cecily e, vista la ricca dote della ragazza, lo approva senza riserve.
A questo punto però è Jack, come tutore della fanciulla, a rifiutare il proprio consenso, almeno finché Lady Bracknell continuerà a opporsi al suo matrimonio con Gwendolen.
L'intricata vicenda si risolve soltanto quando compare l'istitutrice di Cecily, Miss Prism, nella quale Lady Bracknell riconosce la donna che, molti anni prima, era scomparsa portando con sé il figlio primogenito di sua sorella, Mrs Moncrieff: Jack, infatti, non è altri che il fratello maggiore di Algernon e il suo vero nome è proprio Onesto.
Risolti quindi tutti i dubbi sulle sue origini, Jack può finalmente sposare Gwendolen e Cecily diventa la moglie di Algernon.
Anche per Miss Prism il lieto fine è d'obbligo.


Note di regia

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Note di regia:
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Personaggi ed interpreti

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Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione:
Lane ⇒ Eddi Rizzati
Algernon Moncrieff ⇒ William Bertozzo
Jack Worthing ⇒ Claudio Gallio
Lady Augusta Bracknell ⇒ Mara Seghetti
Miss Gwendolen Fairfax ⇒ Francesca Spezie
Miss Laetitia Prism ⇒ Anna Svizzero
Miss Cecily Cardew ⇒ Mariacristina Filippin
Merriman ⇒ Matteo Picotti
Reverendo Dottor Friederick Chasuble ⇒ Roberto Zamboni
Grisby & Parker. Avvocati ⇒ Paolo Bertagnoli
Regia ⇒ William Jean Bertozzo
Assistente alla Regia ⇒ Giuliana Gasparon
Costumi ⇒ Sartoria Vita
Disegni ⇒ Giorgio Liorsi
Musiche di Elvis Presley ⇒ Ricerca musicale di Claudio Gallio


La critica

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La critica:
L'Arena di Verona del 4 agosto 2003
La compagnia La Maschera con la regia di William Jean Bertozzo ha proposto con successo il classico «L’importanza di essere Onesto» di Oscar Wilde.
L’ipocrisia vista da un genio.
Risate e successo di pubblico per la compagnia la Maschera, al cortile Stimate con "L'importanza di essere Onesto" di Oscar Wilde.
La rappresentazione in replica fino all'11 agosto con la regia di William Jean Bertozzo, ha posto l'accento su quell'aspetto comico e scanzonato che in Wilde si fa portatore di verità e di riflessioni sulla vita.
"L'importanza di essere Onesto" infatti, con una trama esile ed il classico lieto fine, si basa su un gioco di parole e sul conseguente paradossale equivoco che permette a Wilde di "lavare i panni (non proprio) puliti in pubblico" dell'alta società inglese, svelandone l'inconsistenza e l'esagerato valore attribuito alle convenzioni ed all'apparenza.
La commedia è quindi un inno all forma ed allo stile, con dialoghi vivaci disseminati di quei paradossi e di quelle battute spiazzanti e oneste tanto care allo scrittore irlandese.
Rispetto all'originale, l'allestimento della Maschera ha ripristinato alcune scene che all'epoca Wilde aveva eliminato dall'edizione definitiva: l'episodio del giardiniere Moulton, quello di Gribsby dello studio d'avvocati "Gribsby e Parker" e quello della dichiarazione d'amore del reverendo dottor Chasuble.
Più che una presa in giro dell'ipocrisia maschile, l'allestimento della Maschera è parso, un sano e pungente attacco alla superficialità, "il vizio supremo" di quell'high society londinese di cui Wilde, facendone parte, poté osservarne e deriderne tutti i limiti e i difetti, dall'ignoranza alla crudeltà e dall'assurdità alla totale mancanza di comprensione umana.
Una società in cui una giovane fanciulla può perdonare un uomo scapestrato perché "ha molto buon gusto" ma non può amarlo se non ha il nome giusto.
La Maschera è riuscita nel auo intento con una regia vivace in sintonia con il messaggio ed interpreti efficacemente calati nei ruoli.
Silvia Antenucci

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